Redazionale
Cari genitori, ha fatto discutere la petizione lanciata da pedagogisti, psicologi e personalità del mondo dello spettacolo che chiedono una legge che vieti l’uso dello smartphone ai minori di 14 anni e l’accesso ai social network ai giovani con meno di 16 anni.
Secondo i promotori, i bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e uno indiretto, perché l’interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale le esperienze fondamentali per un corretto allenamento alla vita.
Le neuroscienze avrebbero infatti dimostrato che ci sono aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale.
Simili comportamenti in età prescolare porterebbero ad alterazioni della materia bianca in quelle aree cerebrali fondamentali per sostenere l’apprendimento della letto-scrittura. Per quanto le intenzioni dei firmatari siano ammirevoli e le premesse alla base veritiere, come in molti hanno fatto notare, la storia ci insegna che il proibizionismo poche volte ha funzionato.
E nel momento storico che stiamo vivendo, con i passi avanti dell’intelligenza artificiale che promette una rivoluzione tecnologica ancora più straordinaria di quelle che abbiamo già vissuto, vietare i cellulari sembra qualcosa di anacronistico e difficilmente realizzabile.
E anche quando smartphone, tablet e social venissero vietati a bambini e adolescenti, chi penserebbe ai genitori?
Si parla tanto di educazione digitale nelle scuole, ma forse si dovrebbe cominciare a educare gli adulti. I bambini imparano attraverso l’imitazione, osservano i genitori e i familiari.
Se questi ultimi continueranno ad essere dipendenti dallo smartphone, a fotografarli, riprenderli in ogni momento della loro infanzia, a coinvolgerli in trend online lanciando loro una fetta di formaggio in fronte o fingendo di stare male per riprendere e pubblicare le loro reazioni online, come possiamo aspettarci che qualcosa possa cambiare? Vuoi farci sapere cosa ne pensi?
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